mercoledì 30 maggio 2012

Da dove deriva il nome del blog.



Tratto da
"Sogno di una notte di mezza estate" di William Shakespeare.

Atto secondo- Scena prima- Oberon e Puck dopo la discussione con Titania.


OBERON
Va', va' dove vuoi! Ma non uscirai dal bosco prima ch'io t'abbia fatto scontar simile affronto.
Mio buon Puck, avvicinati. Tu certo ben ricordi quando, dalla cima d'un alto scoglio, ascoltai una sirena, seduta sul dorso d'un delfino, la quale effondeva nell'aria tanto soavi ed armoniosi accenti che il rude mare si fece cortese al suo canto, e fin le stelle tremavan di gioia?

PUCK
Ricordo.

OBERON
Potei allor vedere - e tu non lo potesti - volar Cupido in arme. Volava fra la luna gelida e la terra, e prendeva di mira una vestale bellissima seduta sul trono d'occidente. D'un tratto scoccò dall'arco una freccia d'amore con tanto impeto che pareva dovesse trafiggere centomila cuori.
Ma vidi invece l'ardente freccia del dio fanciullo spegnersi nei casti raggi della luna, e l'imperiale sacerdotessa restare incolume, assorta nei suoi virginali pensieri.
Però osservai dove il dardo di Cupido finì; cadde su un piccolo fiore d'occidente, bianco come il latte; e il fiore, per l'amorosa ferita, diventò purpureo, e adesso le giovani lo chiamano LA VIOLA DEL PENSIERO. Trovami quel fiore. Una volta t'ho mostrato l'erba da cui esso nasce.
Il suo succo, stillato su ciglia dormenti, farà uomo o donna delirar d'amore per qualsiasi creatura il loro occhio contempli. Trovami quella pianta, e torna subito qui, in meno tempo che occorra ad una balena per fare una lega di mare.

PUCK
Avvolgerò un nastro attorno al mondo in quaranta minuti.


Esce.

OBERON
Quando avrò questo succo, sorprenderò Titania mentre dorme, e sulle ciglia sue stillerò l'umore.
Ciò ch'ella vedrà al suo risveglio (leone, orso, o lupo o toro, impacciosa bertuccia, o inquieto babbuino) dovrà corrergli appresso per impulso d'amore.
E prima ch'io disincanti l'occhio suo (e con erba diversa mi sarà agevole farlo) ella sarà costretta a cedermi il suo paggio.

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Entra Puck.

OBERON.
Bentornato, girellone! Ce l'hai il fiore?

PUCK
Ce l'ho qui.

OBERON
Dammelo, ti prego.
Conosco un greto dove il timo selvatico fiorisce e dove crescon le margherite e reclinano il capo le viole, coperto da un padiglione di fin troppo rigoglioso caprifoglio, con dolci rose muschiate e roselline di macchia. Lì, fra i fiori, Titania dorme talvolta di notte, cullata da musiche e danze.
E là si spoglia il serpente della sua pelle variegata, manto bastante a coprire una Fata. I suoi occhi bagnerò con questo succo, e la colmerò di turpi fantasie.
Prendine un po' anche tu, e cerca dentro al bosco. Una dolce fanciulla ateniese s'è invaghita d'un giovane sdegnoso. Bagnagli le palpebre con questo; ma fai in modo ch'egli al suo risveglio volga i suoi occhi proprio a quella dama. Il giovane conoscerai dagli abiti ateniesi.
E fa' le cose con cura, sì ch'egli poi dimostri d'essere vago di lei più di quanto, di lui, ella già fosse.
E bada bene, voglio qui riaverti al primo canto del gallo.

PUCK
Sire, non temete. Farò quel che volete.

Atto secondo - Scena seconda.

Incantesimo di Oberon su Titania durante il suo sonno (tratto da il film di Michael Hoffman del 1999):

Quello che al tuo risveglio tu vedrai, 
per vero amore lo prenderai. 
Passione e languore per lui proverai. 
Che sia orso gatto cervo, cinghiate irsuto e protervo.
Se sotto gli occhi ti si avventura per te sarà gioia pura.